13 marzo 2012

Esperienze da stranieri

Sentirsi dire da un cliente “non mi fido di te perché sei italiana”, non credevo che mi sarebbe mai successo e invece eccomi qui a raccontarlo!

Per fortuna ho avuto abbastanza sangue freddo per frenare l’istinto iniziale, quello di mettermi a urlare al telefono inveendo contro l’ignoranza della gente, visto che la direzione dell’impresa dove lavoro non avrebbe apprezzato che un’impiegata si mettesse a urlare contro un rispettabile cliente.


Tutto è iniziato durante una traduzione simultanea tra due imprese, una spagnola e l’altra italiana. Quando lo spagnolo comincia a dire che con un italiano non vuole lavorare perché non si fida e io intervengo dicendo che “non si preoccupi, quest’impresa è nostra associata e vi garantisco che hanno superato tutti i nostri filtri di qualità” mi sento rispondere “perché dovrei fidarmi di te, che sei italiana?!”.

Li per li non gli ho dato importanza, purtroppo non è la prima volta che si sentono discorsi del genere, e non sarà l’ultima.
Non ci ho fatto caso ma una certa tristezza ha cominciato a crescere alimentandosi di quelle parole che forse non volevano essere offensive, ma che riflettono una superficialità sconcertante nelle relazioni con i nostri simili e un totale disinteresse per i sentimenti degli altri.
Parlo al plurale perché tutti prima o poi siamo stati tentati di giudicare una persona per l’apparenza, per la lingua che parla, per il colore della pelle, per la situazione economica o per la maniera di vestire.
Se a me queste parole hanno fatto male immagino come possano sentirsi quelle persone che se le sentono ripetere ogni giorno, in mille situazioni diverse. Se io, cittadina europea e con i documenti più che in regola, mi sento discriminata per le mie origini, come dev’essere la vita di chi legge negli occhi degli altri la paura del diverso?

Non voglio dilungarmi oltre, come ho già detto questo blog non nasce per accogliere i miei sfoghi personali (per questo ho a disposizione il Sig. Marito…eh eh!!), ma in quest’occasione approfitto della visibilità data dalla rete per fare un appello a chi mi legge.

Noi, genitori ed educatori che abbiamo il grande onore di accompagnare i nostri figli o alunni nelle varie tappe della loro crescita personale, possiamo cambiare il mondo attraverso i valori che sapremo trasmettere e l’esempio che gli diamo.
Sono convinta che i nostri figli abbiano la fortuna di crescere in un mondo plurale e variopinto, aiutiamoli a cercare negli altri quello che ci unisce e ad apprezzare le diversità come un’opportunità di crescita e ricchezza culturale.

16 commenti:

  1. Purtroppo siamo stati per anni lo zimbello del mondo e tutti ne paghiamo lo scotto. Sinceramente c'è da aspettarsi un atteggiamento diffidente nei nostri riguardi, quante ne combiniamo!
    Detto questo però, con tutti i nostri limiti, credo che noi italiani siamo straordinari, più nel bene che nel male, gli altri vengono sempre dopo di noi, ci scopiazzano malamente, più nel male che nel bene!
    E per il mondo variopinto: lo sarà senza ombra di dubbio, che lo vogliamo oppure no, è il destino umano quello di mescolarsi e perciò evolvere.

    P.S.: onestamente però da uno spagnolo, mi aspettavo più "fratellanza": cioè, da un tedesco mi aspettavo ostilità, ma da uno spagnolo no! :(

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    1. Sarà un'utopia...ma vorrei che non dovessimo aspettarci ostilità in generale, senza distinzioni di nazionalità! ;-)

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    2. C'è qualcosa d'oro per te! Vieni a trovarmi!

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  2. Concordo completamente ...anche se l'ignoranza non ha né confini né colore...a me hanno detto una cosa simile in Marocco, dopo lo scandalo escort del nano. Avrei voluto farmi piccola piccola...ma sono sbottata chiedendo:- ma lei quanti italiani conosce oltre a nomedelnano per parlarmi così?

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    1. Certo la nostra popolarità all'estero ha visto momenti migliori...ma non oso immaginare la scena!!! Purtroppo giudicare senza conoscere è un'abitudine assai diffusa a quanto vedo, e come dici tu non ha confini nè colore!!

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  3. Compartecipo alla tua tristezza e al fatto che sono parole che feriscono, è un po' come se le avessero dette anche a me. Però riflettiamo in maniera obiettiva: ilnano è l'esempio più recente di "dabbenaggine" italiana e con lui tutti quelli che lo sostengono. All'estero siamo considerati (perchè lo siamo, non nascondiamoci) chiassosi, maleducati e incivili (guardo le strade della "mia" Bologna e mi viene da piangere). Col cuore in mano tu un albanese o un romeno te lo prenderesti in casa a far le pulizie? Senz'altro la persona con cui stai parlando è onestissima e per bene ma per colpa del 95% degli altri che non lo sono, alla fine lo sono tutti. Non facciamo i perbenisti. Purtroppo è così.

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    1. Ciao Silvietta,
      io personalemnte non credo nelle definizioni "di massa", non penso che possiamo dire che il 95% degli albanesi o dei rumeni non sono onesti, o che gli italiani sono meglio o peggio di altre persone. E si, sinceramente se dovessi assumere qualcuno per aiutarmi nelle pulizie di casa non mi soffermerei a giudicare la sua nazionalità, ma piuttosto le sue referenze o la sua professionalità! Grazie del tuo contributo!

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  4. Mi ricordo di un vecchio film intitolato "Italiani brava gente"...peccato che all'estero abbiamo perso tanta credibilità...Ci sono giorni in cui sinceramente provo vergogna, ma poi sono felice di essere italiana e se anche è vero che dobbiamo abbandonare i confini e i nazionalismi e sentirci tutti cittadini del mondo, non possiamo dimenticare le nostre origini e le nostre differenze da cui non dovremmo fare altro che arricchirci!

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  5. Questo è un tema a me molto caro, trovo ogni modo per insegnare alle mie figlie che diversità è sinonimo di ricchezza!

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    1. Grazie Giorgia...la pensiamo uguale!!! La speranza è che ogni giorno possiamo essere un pò di più a pensarla cosí e i nostri figli da grandi costruiscano un mondo un pò migliore!! ;-)

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  6. Cara mammaviò come immaginerai questo tema mi sta molto a cuore. Io ogni giorno mi scontro con il pregiudizio al contrario (gli italiani che sparano sugli 'stranieri', e in questi casi le parole sono come pietre). Essere etichettati è ingiusto e fastidioso e ferisce, oh quanto ferisce. E se questi episodi si ripetono di frequente le ferite che lasciano sono inguaribili: nelle persone rimangono rabbia e astio. Poi quando la rabbia esplode... sappiamo dalle cronache che è sempre una tragedia.
    Voglio condividere questo post nella speranza che tante persone leggendo quello che hai provato tu, possano riflettere di più sulle "pietre" che scagliano. Un abbraccio.

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  7. Sono d' accordo con te sul valore della pluralità come ricchezza da insegnare ai piccoli con la grande speranza di creare un mondo senza discriminazioni!

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