Premetto che non amiamo particolarmente la vita da spiaggia, preferiamo l’aria fresca della montagna con la sua continua scoperta di forme di vita tanto diverse da quelle a cui siamo abituati in città.
Quest’anno però, approfittando che i nonni erano in vacanza al mare, abbiamo deciso di occupare casa loro per una settimana di intensa vita familiare.
Gemma purtroppo non può godere molto della compagnia dei nonni, vivendo a parecchi km di distanza, e ogni occasione è buona per riunire la famiglia.
Partendo però ci eravamo ripromessi di non cadere nel vortice asciugamano, tintarella, bagno, e abbiamo deciso di approfittare di questa vacanza marittima per sfruttare il potenziale educativo della spiaggia come ambiente naturale ricco di vita e di sorprese.
Personalmente sono convinta che il rispetto e l’amore possono derivare solo dalla conoscenza, e questo vale sia a livello di rapporti umani sia a livello generale nei confronti del nostro pianeta e delle forme di vita che lo abitano.
A volte quindi abbiamo dovuto disturbare qualche abitante della spiaggia per insegnare a Gemma come vive, di cosa si nutre e per incuriosirla nei confronti della natura. Nessun animale o pianta è però stato strappato al suo habitat e i pesciolini o gli insetti dopo una breve osservazione sono sempre stati liberati nello stesso punto della cattura.
La prima sorpresa al nostro arrivo è stata questa pianta ostinata e coraggiosa cresciuta a pochi metri dall’ombrellone.
Una volta raggiunta la riva abbiamo fatto la conoscenza di un granchietto, e Gemma ha imparato a ricambiare con delicatezza il leggero solletico sul palmo della mano delle sue zampine.
Qualche pesciolino che è finito nel nostro secchiello ci ha dato lo spunto per parlare della vita in un banco di pesci, dove l’unione fa la forza.
Essendo i primi (umani) a calpestare la sabbia la mattina presto possiamo scoprire le impronte lasciate dagli altri abitanti della spiaggia, quelli che amano passare inosservati ai bagnanti: topolini, scarabei della sabbia e moltissimi altri insetti che durante le ore più calde si rifugiano sotto la sabbia, uccelli dalle zampe palmate, qualche porcospino.
Abbiamo poi notato un viavai di insetti alati come farfalle, libellule e vespe attirate dalla decomposizione dei resti del mare sulla riva.
Ecco quindi che le vacanze estive non devono necessariamente rappresentare una pausa forzata nel processo educativo, ma servono proprio a diversificare e arricchire gli stimoli che poi possono essere approfonditi durante l’anno.
Cambiando ambiente possiamo infatti toccare con mano e sperimentare direttamente molte delle nozioni presenti nei libri di scuola, imparando soprattutto il rispetto verso tutte le forme di vita che convivono con noi.
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